La truffa sentimentale: tra emotività e diritto penale.
- annalisalospinuso
- 11 set
- Tempo di lettura: 3 min

Dal 5 settembre 2025 è disponibile sulla nota piattaforma streaming Netflix “Love Con Revenge: la vendetta dei cuori infranti”, una docuserie che affronta il tema delle frodi romantiche con un taglio innovativo: non si limita, infatti, a mostrare la sofferenza delle vittime, ma racconta anche il loro desiderio di riscatto e la volontà di affrontare direttamente i truffatori.
Ogni episodio mostra come una relazione nata online possa trasformarsi progressivamente in una trappola economica ed emotiva. Un messaggio affettuoso appare sullo schermo, ti senti compreso, forse addirittura amato. Passa il tempo e la storia sembra sempre più autentica: parole tenere, promesse di una futura vita insieme, suppliche di aiuto per ostacoli economici o difficoltà personali. Tuttavia, trascorso del tempo (delle volte si tratta addirittura di anni), la comunicazione si interrompe.
Nella docuserie accanto all’indagine ampio spazio è dedicato ai racconti personali: testimonianze intense che rivelano quanto le conseguenze delle frodi sentimentali vadano ben oltre la perdita economica (è ormai noto alle cronache come a volte si tratti di ingenti somme), incidendo sulla fiducia, sull’autostima e sulle relazioni future. Ed è per tali motivi che la “truffa sentimentale” si distingue da quelle comunemente conosciute.
Questa “dinamica” dolorosamente moderna, nota anche come “romance scam”, si fonda sulla manipolazione emotiva ove il raggiro, perpetrato talvolta attraverso l’uso di mezzi tecnologici, non è nient’altro che una strategia di relazione in grado di abbassare le difese razionali della vittima.
Ma la truffa affettiva/sentimentale è reato in Italia?
Seppur non esista all’interno del nostro codice una fattispecie specifica in tal modo formalmente rubricata, anche dei sentimenti fasulli (la menzogna affettiva) possono configurare un raggiro a condizione, però, che siano parte di un disegno fraudolento ben articolato e finalizzato al profitto.
Alcune condotte quali, ad esempio, la promessa di un futuro comune, la simulazione di crisi (malattia, problemi legali, bisogno imminente di denaro per affrontare dei viaggi) oppure l’uso di false identità e documenti, potrebbero, infatti, astrattamente integrare la fattispecie di cui all’art. 640 c.p. (truffa) o, se si sono adoperati strumenti informatici per alterare sistemi o identità, quella prevista e punita dall’art. 640-ter c.p. (frode informatica).
La Cassazione, dal canto suo, con la sentenza n. 25165/2019, ha chiarito come, tuttavia, non sia sufficiente simulare un sentimento d'amore: la menzogna sui propri sentimenti può costituire artifizio o raggiro unicamente se è inserita in un progetto fraudolento idoneo a indurre la vittima a compiere atti dispositivi patrimoniali.
È, dunque, la cornice narrativa che trasforma una menzogna in reato e, pertanto, non servirà tanto dimostrare l’assenza di sentimento quanto l’uso intenzionale della relazione come mezzo di profitto illecito.
Riconoscerla non è sempre semplice, ma alcuni segnali possono fare la differenza.
Quando la relazione si traduce in continue richieste di denaro, spesso motivate da “progetti futuri” come viaggi, spese legali o cure mediche, la narrativa affettiva diventa un vero e proprio vincolo patrimoniale e la menzogna si trasforma nell’elemento centrale del raggiro. A ciò potrebbe aggiungersi il disallineamento fra parole e prove: fotografie sottratte dal web, giustificazioni pseudo-legali inconsistenti o documenti che crollano alla prima verifica rivelano l’artificiosità della messa in scena. Ed ancora, l’uso di identità contraffatte o strumenti digitali falsificati, come conti corrente o carte non riconducibili a persone reali, potrebbero rivelare uno schema ingannevole.
Cosa fare subito?
Interrompere i pagamenti.
Raccogliere e preservare ogni elemento: esportare chat (con eventuali media), salvare e-mail complete, ricevute di bonifico, screenshot con orari; fare un backup del dispositivo e mantenere copia originale del device se possibile.
Segnalare alla Polizia Postale attraverso canali specifici (es. Commissariato di PS online) ed ottenere ricevuta della segnalazione; la tempestività e la qualità delle tracce digitali (chat esportate, transazioni bancarie con IBAN, metadata) sono decisive per la ricostruzione del disegno criminoso e la segnalazione può aiutare le autorità a mettere in correlazione più casi.
Far valutare i dati da un professionista. La strategia investigativa-forense è cruciale e ciò in quanto in molti casi la qualità probatoria della documentazione digitale ha fatto la differenza: timeline delle comunicazioni, convergenza di messaggi e pagamenti, riscontri su identità e carte di credito sono gli elementi che trasformano una storia personale in un atto probatorio solido.
Ricorda che anche il tentativo può essere sanzionato e l’assistenza di un esperto del settore può trasformare la tua vulnerabilità in forza.



Commenti